Fino all’ultima goccia – Il progetto IRRIAP

Strategie sostenibili di risparmio idrico in agrumicoltura

La puntata condotta dal giornalista Cristiano Riciputi, dal titolo “Strategie e tecnologie per il risparmio idrico in agrumicoltura”, ha visto contributi da parte di esperti di livello internazionale. Il professor Vincenzo Piccione ha spiegato la differenza fra desertificazione e desertizzazione. “La desertificazione è la perdita di fertilità del suolo accompagnata da carenza di acqua. Invece la desertizzazione è tipica di aree dove il deserto avanza in quanto già presente. Negli ultimi 20 anni la variabile climatica sta causando una crisi climatica con eventi estremi. Occorre reagire”.

“Noi agricoltori da un lato siamo vittime dei cambiamenti climatici, ma dall’altro, grazie alle nostre colture e ai nostri alberi, possiamo mitigare questi cambiamenti – ha messo in evidenza Rapisarda – Un paesaggio che cambia ha visto l’agrumicoltura lasciare spazio, in taluni casi, ad altre piante più adattabili alla siccità come il fico d’india. Nell’ultimo periodo abbiamo registrato le precipitazioni più scarse degli ultimi 100 anni per cui il nostro progetto per il risparmio idrico diventa una necessità contingente, non in prospettiva. La Sicilia è la regione che più ne sta risentendo a livello nazionale. Viviamo una situazione di grande criticità, per cui si deve correre ai ripari. Il grande successo di tale progetto è riuscire a risparmiare acqua senza perdere qualità, quantità e pezzatura dei frutti”.

Il professor Salvatore Barbagallo, direttore CSEI di Catania, ha posto l’accento sulle tecniche di risparmio idrico, mantenendo inalterate le quantità e qualità degli agrumi. “Si tratta dell’irrigazione deficitaria che permette un risparmio di acqua dal 30% al 50% rispetto a tecniche già virtuose. Il nostro gruppo di ricerca dell’università di Catania sta lavorando ormai da un decennio con Euroagrumi e i partner associati. Grazie alla collaborazione con Irritec, abbiamo fatto prove con tecnologie e strumenti di ultima generazione che permettono di dosare e misurare le quantità più piccole di acqua, in maniera costante e continuativa”.

L’altro team universitario coinvolto è quello di Coltivazione arboree coordinato dalla docente Alessandra Gentile, sempre dell’Università di Catania: grazie all’irrigazione deficitaria si riducono drasticamente le perdite per evaporazione e percolazione e la risorsa idrica viene utilizzata totalmente dalle radici della pianta.

Il professor Alberto Continella ha descritto le prove durate due anni su diverse varietà di arancia Tarocco. “La risposta delle piante rispetto all’irrigazione deficitaria è stata positiva: abbiamo registrato un aumento delle antocianine nei frutti, così da avere un miglioramento della pigmentazione rossa della polpa. I polifenoli, invece, sono rimasti costanti mentre il calibro non ne ha risentito”.

 

I risultati presentati sono a dir poco sorprendenti: le arance nate dalla sperimentazione non solo non sfigureranno sul mercato internazionale ma presentato qualità organolettiche e nutrizionali superiori a quelle coltivate con i sistemi tradizionali. L’agricoltore Dino Crispi ha mostrato i risultati della sperimentazione nella sua azienda. “Dal mese di luglio abbiamo fatto una irrigazione deficitaria, dando il 50% in meno dell’acqua. Non abbiamo avuto né cali di produzione, né di pezzatura. E abbiamo ridotto i costi. Per cui sono molto soddisfatto e serve nuova sperimentazione per adattare la coltivazione al clima”.

Le nostre telecamere sono poi state ospitate nel vivaio Piante Faro a Giarre. Venerando Faro ha iniziato l’attività vivaistica nel 1970. “Negli ultimi due anni è piovuto pochissimo e siamo molto preoccupati”. Gli ha fatto eco Michele Faro: “Come azienda stiamo portando avanti l’uso di nuovi portinnesti, selezionandone più adatti ai cambiamenti climatici. Siamo nella fase di sperimentazione in campo e speriamo di ottenere i risultati sperati. Anche le Istituzioni devono fare la propria parte operando al meglio per preservare acqua e distribuirla agli agricoltori”.

Al termine, nel percorso dal campo alla tavola, lo chef Fabio Scilletta ha proposto una carbonara di arance.

“Il messaggio che voglio lanciare – ha concluso Rapisarda – da un lato è rivolto al mondo agricolo, per la sua grande caparbietà e dedicazione al lavoro, dall’altro alle istituzioni. La ricerca deve essere messa al primo posto e i fondi per lo sviluppo imprenditoriale devono essere indirizzati in modo da premiare le aziende che utilizzano tecniche di risparmio idrico”.

 

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